Come investire per il futuro: 3 miti da sfatare

di Thomas Schneider, Managing Director Sud Europa e Responsabile per l’Italia di Russell Investments

Gli essere umani hanno una lunga storia fatta di luoghi comuni, leggende o credenze popolari accettati come veri e reali: si pensi ad esempio al mito della Terra al centro dell’universo, iniziato con gli antichi greci e durato fino al Medioevo. Tutt’ora, dei luoghi comuni vengono accettati da alcuni come fatti – Thomas Edison che ha inventato la lampadina, per esempio. Accettare delle idee sbagliate o infondate come verità sembra essere una tendenza della nostra specie. Non è quindi una sorpresa che i risparmiatori credano in diversi luoghi comuni relativi agli investimenti. Guardando al mercato del risparmio gestito, vedo 3 leggende diffuse che possono compromettere la sicurezza finanziaria degli investitori, soprattutto di quelli che sono vicino alla pensione o sono già pensionati.

Mito n. 1 – Basta raggiungere un “numero magico” Molti pensionati ritengono in maniera erronea che il raggiungimento in età pensionabile di una soglia – un numero magico – per i propri risparmi gli assicuri il reddito di cui hanno bisogno. In realtà, bisognerebbe focalizzarsi su un altro parametro come il Funded Ratio, che considera sia le attività, sia le passività di un investitore. Le passività devono tenere in considerazione i costi previsti per il futuro sulla base degli obiettivi di spesa, dell’età, della situazione familiare, delle aspettative sull’inflazione. Questo parametro, oltre ad essere più affidabile, permette al consulente finanziario di avere una conversazione più personale e intima con i propri clienti e di analizzare la loro situazione in dettaglio.

Mito n. 2 – Aumentare l’esposizione azionaria può aiutare Mentre un aumento delle azioni in portafoglio può aiutare le finanze dei risparmiatori in pensione se i mercati vanno bene, molti investitori ignorano l’aumento della volatilità che ne può derivare e che può portare a un rischio di sostenibilità per i loro portafogli. Se i mercati non hanno un buon andamento, aumentare l’esposizione azionaria potrebbe essere catastrofico per i piani finanziari dei clienti. I risultati futuri non sono mai certi, i risparmiatori che hanno scelto di avere più azioni in portafoglio, soprattutto quelli che si trovano già in pensione, potrebbero trovarsi in una situazione peggiore rispetto a quella in cui si troverebbero se avessero scelto un approccio più conservativo. Ritengo che i consulenti potrebbero utilizzare delle proiezioni con vari livelli di reddito postpensionamento al variare di diverse asset allocation. In questo modo potrebbero aiutare maggiormente i loro clienti a scegliere un portafoglio che si adatti alle loro abitudini di spesa e al rischio che sono disposti ad accettare.

Mito n. 3 – I pensionati non dovrebbero mai intaccare il loro capitale Molti investitori credono che dovrebbero spendere solo l’income, il reddito (interessi e dividendi) senza mai intaccare il proprio “gruzzoletto”. Mentre questo è visto come un modo più sicuro di spendere denaro durante il pensionamento, tale approccio non considera le attuali necessità e desideri di spesa degli individui. Incoraggia inoltre la ricerca di rendimento, piuttosto pericolosa nell’attuale scenario di bassi rendimenti. Noi consigliamo agli investitori di focalizzarsi sul total return del portafoglio (che include interessi, dividendi e apprezzamento del capitale) per costruire e pianificare la propria sicurezza finanziaria post-pensionamento, senza preoccuparsi di intaccare il capitale se hanno necessità di farlo. Se si utilizza il Funded Ratio come parametro di riferimento per le decisioni di investimento e di spesa, diventa più semplice effettuare delle scelte su se e come risparmiare o spendere sia il reddito, sia il capitale. Se un investitore rimane comunque focalizzato su una soluzione income e non accetta di intaccare il capitale, diventa necessario ottenere un rendimento “sostenibile” per il proprio portafoglio post-pensionamento. Questo può essere ottenuto attraverso un approccio che prenda in considerazione i rischi della ricerca del rendimento, l’equilibrio tra necessità di rendimento attuali e future, la diversificazione attraverso molteplici fonti di rendimento e l’adattamento ai rischi e alle opportunità esistenti sui mercati.

Non lasciate, dunque, che i risparmiatori rimangano intrappolati in questi luoghi comuni sugli investimenti che possono minacciare la loro sicurezza finanziaria. Il risparmio, la spesa e l’asset allocation post-pensionamento dovrebbero essere personalizzati e costruiti in base alla situazione del singolo investitore. Ricordate, non esiste nessun “numero magico”, la capacità di affrontare il rischio di mercato è importante ed esistono diverse strade per strutturare un piano finanziario per il futuro.

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