Investimenti, Italia: la partita si gioca sulla selettività

Il mercato azionario italiano si appresta ad affrontare il 2026 con un vento favorevole che soffia da una risorsa diventata preziosa nel contesto europeo: la stabilità politica. Un “quasi unicum” che, accompagnato da una stampa internazionale sorprendentemente costruttiva, specialmente nei Paesi anglosassoni, contribuisce a mantenere lo spread ai minimi, supportando la fiducia degli investitori esteri. È questo il mix che consolida un posizionamento strutturalmente più maturo per la piazza finanziaria di Milano.

Il paragone con l’Europa e il caso Francia

Il confronto più immediato è con i cugini d’oltralpe. “La sotto-performance e la volatilità del listino francese potrebbero attenuarsi qualora il quadro politico a Parigi si stabilizzasse”, osservano Fabio Caldato e Simone Benini, portfolio managers di AcomeA SGR. Da inizio anno, il CAC40 ha sì mostrato risultati positivi, ma con un gap di circa 15 punti percentuali sotto Milano. “Questo divario potrebbe ridimensionarsi, ma non prevediamo inversioni di rotta dirompenti in senso relativo”.

Settori e temi d’investimento: si volta pagina

Il 2025 ha visto il settore bancario italiano continuare a sovraperformare, sostenuto da solidi livelli di capitale e da un’ondata di consolidamento. Per il 2026, con un margine di interesse in crescita più contenuta, l’approccio diventa più selettivo: “Focus su istituti con maggiore diversificazione dei ricavi e sinergie ancora da estrarre dalle operazioni straordinarie concluse negli ultimi trimestri“, avvertono Cataldo e benini.

Cresce l’interesse per i titoli industriali e le filiere collegate, dove alcuni comparti ciclici stanno risalendo dal punto di minimo. “Il settore agricolo è il primo a mostrare segnali incoraggianti, seguito dai semiconduttori, seppur con maggiore lentezza”. Tra i consumi discrezionali Cataldo e Benini mantengono un approccio cauto: nel lusso, gli effetti delle azioni di razionalizzazione del 2025 potrebbero iniziare a dare frutti tangibili, mentre l’automotive mostra ancora una visibilità limitata sul breve termine.

Fra i settori più promettenti spicca il comparto infrastrutturale, sostenuto dalle esigenze di efficientamento energetico, dalla manutenzione di infrastrutture obsolete e dall’ultima fase di implementazione del PNRR. Infine, il digital, con molti player anche tra le PMI, “può sorprendere in positivo soprattutto per quelle società esposte ai trend di implementazione, consulenza e sviluppo di AI e datacenter, la cui domanda continua a superare l’offerta”.

PMI e mercato domestico: l’opportunità nella liquidità

Dopo il rallentamento del 2024, il 2025 ha registrato un netto miglioramento delle small e mid cap, con il FTSE Italia Small Cap che ha eguagliato la performance del FTSE MIB. “Il liberation day di Trump ha accentuato la ricerca di esposizione domestica, premiando molte mid e small cap percepite come più domestiche. La performance resta però concentrata, con molti titoli il cui potenziale non è ancora riflesso nei corsi di Borsa”.

Per il 2026 gli esperti di AcomeA Sgr si aspettano una prosecuzione positiva, sostenuta dal ribasso dei tassi, dalla ripresa di alcuni cicli economici e da motivi più tecnici come i flussi attesi su Borsa Italiana legati al Fondo Nazionale Strategico Indiretto (FNSI). Il tema liquidità resta una sfida, ma anche una fonte di opportunità. “La distanza tra valore fondamentale e quotazioni offre spazio agli investitori disposti a tollerare parziale illiquidità”. Il FNSI promosso da CDP rappresenta un importante step iniziale per incentivare gli investitori con vincoli di liquidità. “Un’ulteriore iniziativa potrebbe riguardare il coinvolgimento maggiore dei fondi pensione”.

I fondi PIR, nonostante i deflussi degli scorsi anni dovuti a una percezione errata sulla scadenza del beneficio fiscale, rimangono uno strumento efficace. “I flussi nel 2025 sono in ripresa”. A rappresentare un pilastro stabile sono inoltre i family office e le holding di investimento, “che continuano a rappresentare un pilastro significativo nel capitale delle PMI italiane”.

View costruttiva, ma con un occhio ai rischi globali

La view sul mercato italiano di AComeA Sgr rimane quindi costruttiva. “Stabilità politica, miglioramento della percezione estera, valutazioni ancora interessanti e potenziali benefici indiretti da piani di investimenti statali, quello tedesco in primis, costituiscono il quadro di base”. Non si individuano rischi specifici sull’Italia, ma un rallentamento globale o shock geopolitici, come un’escalation nell’Est Europa, avrebbero un impatto anche sul listino domestico. Il Paese, tuttavia, si presenta con fondamentali più bilanciati e una struttura di investitori locali in lenta ma costante evoluzione.

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