Cinque modi per cogliere opportunità nel nuovo (dis)ordine mondiale

Secondo Thomas Mucha, Geopolitical Strategist di Wellington Management, “c’è una ragione strutturale per cui oggi il mondo sembra così alla deriva”. L’esperto sottolinea come ci si trovi nel pieno di una fase di passaggio da un ciclo geopolitico globale a un altro, un fenomeno che si manifesta in media una volta per secolo e che porta con sé “non solo rischi, ma anche opportunità”.

Instabilità ai massimi dagli anni ’40

Lo scenario è tutt’altro che rassicurante. “Sono attivi oltre 60 conflitti nel mondo – il numero più elevato dalla Seconda Guerra Mondiale e il doppio rispetto a cinque anni fa”, osserva Mucha. A ciò si aggiungono gli effetti del cambiamento climatico, che contribuiscono a creare una vera e propria “tempesta perfetta”. Sul piano politico, l’amministrazione statunitense ha scosso alleanze e assetti commerciali, adottando una linea coerente con il principio di “America First”.

Il risultato è un contesto in cui emergono nuovi strumenti di potere da parte dei governi, con ripercussioni macroeconomiche e di mercato. “Una persona su otto, a livello globale, vive in aree interessate da conflitti”, ricorda Mucha.

Le cinque direttrici del nuovo disordine mondiale

L’analista individua cinque aree chiave che gli investitori devono osservare con attenzione:

1. La politica delle grandi potenze. Stati Uniti e Cina restano al centro di una competizione strategica e tecnologica destinata a durare. “Questa ‘guerra fredda tecnologica’ è destinata ad accelerare”, avverte Mucha, segnalando rischi di attriti commerciali ma anche opportunità per le imprese attive nell’intelligenza artificiale, nello spazio e nelle tecnologie emergenti.

2. Il cambiamento climatico come questione di sicurezza nazionale. “Si tratta di un tema di sicurezza nazionale perché le regioni equatoriali e tropicali potrebbero affrontare scarsità di cibo e acqua, guerre per le risorse e migrazioni di massa”, afferma l’esperto. Gli investitori, in questo contesto, possono guardare a infrastrutture, tecnologie di resilienza e soluzioni green.

3. Difesa a (quasi) tutti i costi. La spesa militare globale è ai massimi storici dopo dieci anni di crescita. “L’Ucraina si è trasformata in un laboratorio per la guerra del futuro”, sottolinea Mucha, indicando come settori quali semiconduttori, terre rare, robotica e biotecnologie giocheranno un ruolo decisivo.

4. La centralità dell’intelligenza artificiale. Non solo produttività privata: “L’IA è al centro delle applicazioni militari analitiche, predittive e operative”, osserva Mucha, che intravede grandi potenzialità per gli investimenti in hardware, software, cybersicurezza e nello sviluppo di intelligenza artificiale generale (AGI).

5. (Ri)ascesa delle armi nucleari. Il ritorno della “deterrenza ultima” alimenta la proliferazione. “In un mondo con un numero crescente di armi nucleari – spiega Mucha – i settori della difesa antimissilistica, dell’aerospazio e delle tecnologie spaziali avranno prospettive favorevoli”.

Opportunità in un mondo incerto

Per Mucha, gli investitori devono abbandonare gli schemi tradizionali e adattarsi a un contesto che distingue chiaramente vincitori e vinti. “Sebbene sia facile adottare una visione pessimistica – conclude – gli investitori hanno la capacità e l’incentivo a impiegare il capitale in modi che possano ridurre il rischio geopolitico, migliorare le prospettive climatiche e ampliare i benefici sociali ed economici delle tecnologie emergenti”.

 

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