Fuori le obbligazioni dal bail in, la mossa di Eba ed Esma

Il bail in è tornato prepotentemente agli onori della cronaca italiana, dopo che la sua discussione è comparsa all’interno dall’agenda politica elettorale. Certo è che sono sempre più intense le voci che sostengono la necessità di revisione della direttiva 2014/59/UE. Le ultime in ordine di tempo, la cui autorevolezza le qualifica come estremamente rilevanti, sono quelle di Eba ed Esma.

Autorità bancaria europea e quella degli strumenti finanziari e dei mercati stanno infatti pensando, come riporta una dichiarazione congiunta pubblicata lo scorso 30 maggio, a incoraggiare istituzioni, mercato e autorità di risoluzione a considerare correttamente i detentori al dettaglio di strumenti finanziari di debito soggetti alla direttiva. “La distribuzione di strumenti di debito emessi dagli istituti finanziari ai clienti al dettaglio può sollevare importanti problemi di protezione dei consumatori e incidere sull’applicazione pratica del quadro di risoluzione ai sensi del bail”.

La questione dei detentori al dettaglio di strumenti finanziari di debito rimane significativa considerando che, sulla base dell’analisi dei dati condotta da Eba e Esma, gli investitori al dettaglio detengono ancora una parte significativa dei titoli di debito dell’UE emessi dalle istituzioni.

La dichiarazione sottolinea che la direttiva attuale non prevede un diverso trattamento delle passività ammissibili in base alla natura del titolare. Pertanto, laddove vi sia una presenza materiale di investitori al debito al dettaglio, le autorità di risoluzione vengono incoraggiate a considerare questo elemento nella loro pianificazione della risoluzione e nella valutazione dei possibili impedimenti alla stessa.

Le due autorità richiedono anche un dialogo cooperativo tra risoluzione e autorità di mercato e la condivisione di informazioni quando la questione è pertinente.

 

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