Una maggiore accuratezza nell’analisi dei crediti, una capacità di analizzare i fondamentali delle aziende sulle quali investire senza lasciarsi influenzare dalle emozioni e la possibilità di insegnare alle macchine a migliorarsi continuamente. Come scrive Affari&Finanza, sono solo alcuni dei servizi offerti dal settore della finanza dall’avanzata dell’intelligenza artificiale (AI), ovvero la possibilità per i sistemi informatici di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano.
Il settore è stato impattato da questa nuova ondata tecnologica sotto due aspetti: il primo riguarda l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per migliorare la qualità dei servizi offerti. L’applicazione più diffusa è probabilmente l’assistente virtuale di banche e assicurazioni, un software in grado di assicurare un dialogo strutturato tra l’utente e l’azienda, fornendo assistenza per un determinato servizio sette giorni su sette e 24 ore su 24. Ma l’IA viene sempre più utilizzata anche nel campo del risparmio gestito, attraverso soluzioni di machine learning (software che apprendono dai propri errori e dall’ambiente circostante – senza interazione umana – migliorandosi continuamente) che aiutano ad analizzare i potenziali investimenti per arrivare a esprimere valutazioni al 100% razionali, senza cioè l’influenza delle emozioni umane.
Secondo il quaderno “L’intelligenza artificiale nell’asset e nel wealth management”, curato dalla divisione Studi della Consob in collaborazione con il comitato Digital Finance di Assogestioni, tutte le società partecipanti all’indagine ritengono che nei prossimi 5 anni i sistemi di intelligenza artificiale troveranno crescente applicazione nell’ambito delle diverse fasi del processo di investimento.
Ma l’intelligenza artificiale è anche un tema di investimento, per questo i gestori vanno a caccia di aziende capaci di cavalcare la nuova ondata tecnologica e dunque candidate a una crescita dei fondamentali accelerata. Secondo uno studio di Morningstar, i fondi in questo ambito a fine 2021 valevano circa 15,5 miliardi di dollari solo in Europa.
La Banca d’Italia ha analizzato l’impatto dell’intelligenza artificiale nel settore del credito alle imprese ai privati. E’ emerso come i principali vantaggi riguardano la fase valutativa, con la possibilità di abbattere le tempistiche, riducendo da una parte i costi di struttura e dall’altra i tempi di risposta alla clientela, fino ad arrivare all’instant lending. Inoltre è possibile elaborare molti più dati, anche raccogliendoli da fonti esterne come i social network.
Nonostante tutto, però, i ricercatori di Bankitalia sottolineano come non siano da escludere possibili distorsioni a causa dei modelli utilizzati. Molto del successo, quindi, dipende dalla capacità dell’uomo di creare e poi tarare in maniera adeguata i programmi informatici basati sull’intelligenza artificiale.Da qui l’indicazione di cavalcare l’innovazione senza rinunciare al controllo umano sulla macchina, oltre che ai principi della trasparenza e della non discriminazione.