“I difetti del sistema finanziario globale identificati nel dilemma di Triffin oltre 60 anni fa – più a lungo persisteva lo squilibrio commerciale tra il paese che ospita la valuta di riserva mondiale e le altre nazioni, più grave sarebbe stata la degradazione della qualità del credito del paese della valuta di riserva nel tempo – hanno portato l’attuale rapporto debito/Pil degli Stati Uniti a livelli più alti di quelli visti all’uscita dalla Seconda guerra mondiale, il che solleva interrogativi sulla sua sostenibilità. Il motivo per cui questa storia è importante ora è che, analizzando le osservazioni del Segretario al Tesoro Scott Bessent al Club Economico di New York il 6 marzo, sembra che l’amministrazione Trump stia cercando di affrontare il dilemma di Triffin come parte della sua ambiziosa agenda”. Afarlo notare è Christopher Dillon, Fixed Income Investment Specialist di T. Rowe Price, che di seguito illustra nei particolari la view.
I fondamentali dell’obbligazionario restano solidi nonostante l’incertezza di mercato
Il cambiamento radicale spesso porta incertezza. Il cambiamento di regime in un sistema che è stato in vigore per gran parte degli ultimi 80 anni esacerba tale preoccupazione. Per ora, l’economia statunitense mostra segni di rallentamento e la volatilità azionaria sta aumentando, ma i fondamentali sottostanti rimangono generalmente solidi nella maggior parte dei settori.
Gli spread creditizi si sono ampliati nelle ultime settimane, ma rimangono generalmente sostenuti. Continuiamo a soppesare il rapporto rischio/rendimento per i settori del credito nell’attuale contesto, poiché gli spread rimangono compressi su base storica. Tuttavia, la selezione attiva dei titoli e dei settori dovrebbe acquisire importanza da qui in poi, in un contesto di crescente incertezza.
A seguito dell’aumento della volatilità, dovuto ai dati sull’inflazione più alti del previsto all’inizio dell’anno e ai significativi cambiamenti dell’amministrazione Trump, la maggiore preoccupazione al momento riguarda la crescita futura. Le preoccupazioni riguardo alla crescita hanno eclissato di poco quelle sull’inflazione il mese scorso, ma questo mese il divario tra le due è aumentato notevolmente.
Sebbene l’economia statunitense abbia subito un notevole rallentamento, la sua traiettoria di crescita a lungo termine per il momento rimane positiva. Vi è anche una divergenza tra i settori dei servizi e quello manifatturiero che guidano l’economia statunitense, con una crescita dei servizi al di sotto del punto neutro, mentre l’attività manifatturiera ha subito un’accelerazione negli ultimi mesi e ora si colloca ben al di sopra del punto neutro.
In Cina, i dati economici deboli, dovuti alle persistenti difficoltà del settore immobiliare e alla debolezza dei consumi, sembra si stiano stabilizzando. Questa stabilizzazione è ora sorretta da un sostegno fiscale. Nel frattempo, l’Eurozona ha assistito a un cambiamento significativo, con gli Stati Uniti che hanno segnalato l’intenzione di ridurre la spesa globale per la difesa, mentre la Germania ha annunciato nuove politiche economiche che includono circa 500 miliardi di euro destinati alla spesa per la difesa. Questa spesa aggiuntiva potrebbe portare a un aumento del 20% del rapporto debito/Pil della Germania in un orizzonte temporale di 10 anni. La portata di questo cambiamento di politica è storica e non si vedeva dalla riunificazione tedesca alla fine del secolo scorso.
Inflazione e prospettive per la Fed
L’indice dei prezzi al consumo (IPC) statunitense del 12 marzo ha sorpreso al ribasso. Parte di questa decelerazione ha rappresentato un’inversione della tendenza rispetto agli elevati dati di gennaio. Nel complesso, l’IPC di base è aumentata solo dello 0,23% su base mensile e del 3,1% su base annuale. Al di fuori dell’edilizia abitativa, la maggior parte del rallentamento nei servizi è derivato dai servizi di trasporto e dalla componente volatile delle tariffe aeree.
Mentre il recente dato dell’IPC è stato favorevole e ha mostrato una tendenza al ribasso, la conversione dell’IPC di base in spesa per consumi personali (PCE) di base indica, contro intuitivamente, una spesa per consumi personali di base leggermente più solida per febbraio, il che è uno dei motivi per cui la Fed continua a essere cauta rispetto all’idea di tagliare i tassi di riferimento troppo presto. Prevediamo ancora due tagli dei tassi da parte della Fed nella seconda metà del 2025.
I tassi statunitensi a 10 anni e a scadenza più lunga dovrebbero salire dai livelli attuali, poiché rimangono dubbi su chi acquisterà l’elevata offerta di Treasury che dovrebbe seguire l’eventuale risoluzione del tetto del debito statunitense. Prevediamo un potenziale intervallo dal 4,00% al 4,50% o superiore per i rendimenti dei Treasury USA a 10 anni nel breve termine, ma i rendimenti potrebbero essere notevolmente superiori al 4,50% oltre i prossimi 12 mesi.
Si è invertita la narrativa che vede continuare l’eccezionalità degli Stati Uniti e la forte crescita interna con cui si è aperto l’anno. Sullo sfondo di una crescita in rallentamento e di una maggiore incertezza, il dollaro si è notevolmente indebolito da metà gennaio e, a nostro avviso, ha ancora margine per indebolirsi ulteriormente.