Rispetto al mese scorso, le condizioni finanziarie sono notevolmente migliorate, dando il via alla ripresa del mercato. Stando ai recenti dati, gli spread creditizi si stanno restringendo, le valutazioni azionarie sono aumentate e la liquidità sta tornando verso gli asset rischiosi, trainata dai flussi degli investitori retail e dalle maggiori esposizioni agli hedge fund.
“Questa inversione di tendenza introduce nuove dinamiche reflazionistiche, ma complica ulteriormente la capacità della Fed di allentare in modo deciso la politica monetaria. I mercati sembrano indecisi su cosa aspettarsi e sono passati da tre a quattro e poi a due soli tagli dei tassi previsti nel 2025″, avverte Nadège Dufossé, Global Head of Multi-Asset di Candriam, che di seguito illustra quali sono le attuali quattro forze generano un potenziale di reflazione.
Quattro forze generano un potenziale di reflazione
- Dazi più contenuti. La de-escalation degli Stati Uniti, dopo che il paese si è autoinflitto danni aumentando i dazi, è stata accolta con favore dai mercati finanziari. La ripresa dei negoziati e la lieve riduzione dei dazi potrebbero sostenere i flussi commerciali globali e la disinflazione dei beni.
- I tagli dei tassi da parte della Fed previsti per il secondo semestre del 2025 sono sempre più prezzati, stimolando la reflazione degli asset. Queste attese hanno superato la stessa guidance della Fed, aumentando il rischio di un disallineamento tra mercato e politica monetaria. La narrativa dell’allentamento, incentrata principalmente su una crescita più contenuta, rischia di vacillare se le pressioni inflazionistiche legate ai dazi o la crescita degli stipendi dovessero riaccelerare.
- Dollaro più debole. L’indebolimento generalizzato del dollaro sostiene la liquidità globale e migliora la propensione al rischio, soprattutto nei mercati emergenti. Ciò allevia anche le pressioni sulla bilancia dei pagamenti e contribuisce a stabilizzare i flussi di capitale nei mercati più fragili. Questa dinamica, basata in gran parte sull’escalation dei dazi, potrebbe essere messa in discussione se questi ultimi dovessero tornare a normalizzarsi in modo duraturo e credibile.
- Prezzi del petrolio in flessione. Il calo dei costi energetici agisce quasi da stimolo per le famiglie e le imprese, migliorando i redditi reali. Tuttavia, i rischi geopolitici, soprattutto in Medio Oriente, restano un’incognita che potrebbe invertire rapidamente questa dinamica.
“Insieme, queste quattro forze generano un significativo potenziale reflazionistico. Se da un lato sostengono i prezzi degli asset nel breve periodo, dall’altro rischiano di rendere più labile il confine tra ottimismo da atterraggio morbido e un entusiasmo prematuro“, sottolinea Dufossé.
Opportunità d’investimento
“La nostra strategia è paziente, diversificata a livello regionale e incentrata sulla visibilità. Il ciclo non si è concluso, ma ha cambiato forma e attualmente è alimentato da una serie di nuovi impulsi. Ciò richiede un approccio agile e un posizionamento non sul momentum ma sulla transizione”, avverte Dufossé, che di seguito fornisce un orientamento in ottica di asset allocation.
- Equity: neutrali nel complesso, senza uno specifico orientamento regionale. I mercati azionari sembrano aver digerito gran parte dello stress a livello macro, pertanto abbiamo aggiornato il nostro posizionamento a neutrale. Riteniamo che non sia ancora giustificato un sovrappeso poiché, senza il sostegno degli utili, il rialzo è limitato. Di conseguenza, privilegiamo un approccio ben diversificato a livello di fattori e settori. Vediamo inoltre opportunità nei segmenti legati alle infrastrutture e alla difesa in Europa, che dovrebbero continuare a beneficiare di condizioni fiscali favorevoli.
- Obbligazionario: sovrappeso sulla duration europea, neutrali sui Treasury USA e positivi sui titoli sovrani core. La BCE dovrebbe proseguire il suo ciclo di allentamento. L’inflazione è in calo, la crescita è debole e l’incertezza commerciale dovrebbe lasciare qualche segno. Pertanto, il reddito fisso europeo continua a offrire punti di ingresso interessanti. Il nostro sovrappeso sulla duration europea, in particolare sui titoli sovrani core, riflette questa convinzione. Gli spread periferici restano stabili, con turbolenze politiche limitate in vista dell’estate. Inoltre, il costo delle coperture per gli investitori che non operano in dollari ha trainato i rendimenti dei titoli di Stato europei al di sopra dei loro omologhi statunitensi.
- L’oro come ancora strategica: in un mondo caratterizzato da complessità a livello geopolitico e volatilità dei tassi reali, l’oro si conferma una valida copertura. Nonostante gli elevati rendimenti nominali, la domanda di oro è sostenuta dagli acquisti delle banche centrali e dal cambiamento delle preferenze in materia di riserve. Inoltre, la domanda retail e di ETF è aumentata in quanto gli investitori cercano di proteggersi dai rischi di coda macro. Pertanto, manteniamo il nostro sovrappeso.
- Picco del dollaro, opportunità sul mercato valutario: il dollaro si mantiene stabile su base storica. Manteniamo un sovrappeso sulle valute difensive, come lo yen giapponese, e vediamo opportunità in alcune valute dei mercati emergenti, dove i rendimenti reali sono interessanti e i bilanci stanno migliorando.
- Strategie alternative e market-neutral: alla luce della volatilità persistente e dei rischi di mercato asimmetrici, manteniamo la nostra allocazione in strategie alternative e market-neutral. Questi approcci consentono di stabilizzare il portafoglio e completano le esposizioni più tradizionali e direzionali.