Negli ultimi anni, i riflettori dei mercati internazionali si sono spesso posati sulle mosse dell’OPEC+, il gruppo allargato di Paesi produttori di petrolio che mira a stabilizzare i prezzi del greggio. Tuttavia, le strategie messe in campo non sembrano aver prodotto i risultati sperati.
“L’OPEC+ ha cercato collettivamente di stabilizzare i prezzi del greggio riducendo la produzione per smorzare la volatilità dei prezzi al ribasso”, afferma Mohammed Elmi, senior portfolio manager for Emerging Market Debt di Federated Hermes. Tuttavia, spiega, le priorità divergenti dei Paesi membri — spesso legate a esigenze fiscali e di finanziamento esterno — hanno compromesso l’efficacia delle misure. “Gli sforzi per limitare la produzione non solo sono falliti, ma la produzione attuale è nei fatti anche aumentata”.
Petrolio e dazi: le nuove minacce alla domanda globale
La situazione si complica ulteriormente alla luce del possibile impatto di nuovi dazi sulla domanda globale di petrolio. Se la produzione aumenta mentre la domanda rischia di calare, la pressione sui prezzi potrebbe intensificarsi, accentuando la volatilità dei mercati.
Mercati emergenti sotto pressione ma con margini di manovra
Nel quadro attuale, secondo Elmi, “l’aumento della volatilità dei mercati e il calo dei prezzi del barile rappresentano i principali ostacoli per gli asset dei mercati emergenti”. Eppure, non tutto è negativo.
“Grazie alle solide posizioni fiscali, molti Paesi emergenti hanno la flessibilità necessaria per affrontare un’ulteriore debolezza economica globale”, osserva l’esperto. Inoltre, molte economie restano “interessanti e in grado di contribuire alla performance complessiva dell’asset class”.
Cina, stimoli e multinazionalismo: le leve future
La Cina continua a giocare un ruolo centrale. Definita da Elmi come “il cosiddetto elefante nella stanza”, la sua domanda di materie prime è cruciale per molte economie emergenti. Ma Elmi intravede anche altre opportunità: “vi è anche un potenziale di stimolo governativo e di miglioramento degli scambi con i partner locali”, oltre a un ritorno all’”enfasi globale sul multinazionalismo”, tema chiave per i mercati finanziari internazionali.
“In quanto le banche dovranno cooperare e commerciare in dollari”, conclude Elmi, la capacità di adattamento e collaborazione sarà fondamentale per navigare nel nuovo scenario globale.