Banche europee: il rally è ancora sottovalutato

Il settore bancario europeo continua a correre. Da inizio anno l’indice di riferimento ha messo a segno un +32%, ben al di sopra dell’+8% registrato dallo STOXX Europe 600. Un trend che conferma il dinamismo degli istituti di credito, già emerso con forza dall’esplosione della pandemia. Dal 31 marzo 2020, infatti, lo STOXX Banks Europe è cresciuto del 284,5%, contro il +93,6% dello STOXX Europe 600.

“Nonostante questa accelerazione, le valutazioni sono rimaste nettamente inferiori alla media storica” osserva David Benamou, CIO di Axiom Alternative Investments. “Il settore mostra ancora sconti significativi: circa il 41% rispetto al mercato europeo e quasi il 50% rispetto al comparto bancario statunitense”.

Profitti in forte crescita

Il motivo di questa apparente contraddizione è legato alla dinamica degli utili. “Dal 2022 l’utile per azione delle banche europee è triplicato, mentre i multipli non hanno avuto il tempo di adeguarsi” sottolinea Benamou. I fondamentali, intanto, restano solidi: i depositi continuano a crescere, la loro composizione migliora e la remunerazione dei depositi a termine è in calo, con un impatto positivo sui margini di interesse netti.

Il ruolo dei tassi BCE

Le prospettive restano favorevoli anche sul fronte monetario. “I tassi BCE dovrebbero stabilizzarsi tra l’1,5% e il 2%, un livello ideale per i volumi di prestiti e la gestione dei costi di raccolta” afferma Benamou. “Questo scenario resta accomodante e riduce il rischio di deterioramento del credito”.

A migliorare i margini contribuisce anche l’ammortamento dei prestiti originati nel periodo dei tassi negativi: la quota di crediti a basso rendimento è in progressiva diminuzione.

Commissioni e redditività in aumento

Anche l’attività sui mercati fornisce un ulteriore sostegno. “I volumi di negoziazione e la volatilità favoriscono il reddito da commissioni, che ci aspettiamo rimanga elevato” aggiunge Benamou.

Il settore, secondo le previsioni, dovrebbe archiviare un ROE oltre l’11% nel 2025. La robusta capitalizzazione (oltre il 14,4%) consente inoltre di restituire valore agli azionisti: tra dividendi e buyback, il rendimento cash atteso per il biennio 2025-2026 si aggira intorno al 18%, a cui si somma un ulteriore 6% di crescita del patrimonio tangibile. Il ritorno complessivo stimato supera quindi il 24%.

Regole, politica e opportunità

Il quadro regolamentare appare più sereno rispetto al passato. “Con l’entrata in vigore di Basilea IV, tutte le cattive notizie sono già state assorbite dal mercato” sottolinea Benamou. “All’orizzonte ci sono invece fattori positivi, come i progressi verso l’unione dei mercati dei capitali”.

Il paradosso degli investitori

La tesi di investimento rimane dunque interessante, ma il posizionamento degli operatori continua a sorprendere. “I sondaggi mostrano che molti investitori si dichiarano sovrappesati sulle banche europee” conclude Benamou. “Eppure, i dati sui portafogli rivelano che in realtà il settore è ancora leggermente sottopesato rispetto ai benchmark”.

 

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