Asset allocation, azionario Usa: la view di T. Rowe Price

Le azioni statunitensi continuano a mostrare valutazioni elevate nonostante le prospettive economiche modeste. Secondo Tim Murray, capital markets strategist della Multi-Asset Division di T. Rowe Price, “molti investitori sono comprensibilmente nervosi perché i titoli statunitensi sono diventati troppo costosi, date le prospettive relativamente modeste di crescita economica. Tuttavia, il mercato statunitense è fortemente orientato verso il continuo sviluppo dell’intelligenza artificiale, un settore in forte espansione. Ciò ha portato a fondamentali di mercato solidi e in miglioramento”.

Al 25 agosto, il multiplo prezzo/utili forward per l’indice S&P 500 era pari a 22,24, un livello vicino ai picchi del 2020 e della bolla tecnologica di fine anni ’90. Una dinamica sorprendente, considerando che – secondo un sondaggio Bloomberg tra economisti – la crescita del Pil statunitense resterà al di sotto della media storica almeno fino al 2027.

Debolezza economica, ma l’AI traina

I settori sensibili ai tassi di interesse, come manifatturiero e immobiliare, hanno mostrato una notevole debolezza dopo l’avvio della stretta monetaria della Federal Reserve nel 2022. “Per 31 degli ultimi 33 mesi, l’indice delle condizioni manifatturiere dell’Institute for Supply Management è rimasto al di sotto di 50, un livello che indica una contrazione piuttosto che un’espansione”, ha sottolineato Murray, aggiungendo che un periodo così prolungato è senza precedenti al di fuori delle fasi recessive.

A sostenere i mercati è invece l’intelligenza artificiale. Gli investimenti nel settore hanno registrato un boom, guidati dai cosiddetti hyperscaler – Alphabet, Amazon, Meta e Microsoft – mentre produttori di semiconduttori, fornitori di cloud computing e data center hanno visto crescere gli utili in modo eccezionale. Finora, ha spiegato Murray, “gli hyperscaler sono stati in grado di finanziare la spesa per l’IA con i propri flussi di cassa, quindi l’aumento dei tassi di interesse non ha rappresentato un ostacolo”.

Utili e fondamentali solidi

Il peso dell’AI nel mercato azionario Usa supera quello dei settori più penalizzati dall’aumento dei tassi, contribuendo a mantenere solidi i fondamentali. Le stime sugli utili dell’S&P 500 sono cresciute costantemente da maggio, con un +10,25% nei 12 mesi terminati il 25 agosto. Anche gli indicatori di redditività, come il ritorno sul capitale proprio, risultano in miglioramento. “Questi indicatori fondamentali confermano la sostenibilità del trend al rialzo degli utili”, ha osservato Murray.

Rischi e prospettive

Il quadro resta comunque a doppio binario: da un lato, valutazioni alte sostenute da solidi fondamentali; dall’altro, il rischio che un eventuale indebolimento di questi ultimi possa amplificare i ribassi. “Le valutazioni dell’azionario statunitense appaiono costose, ma sono sostenute da fondamentali solidi e in miglioramento”, ha dichiarato Murray. “A nostro avviso, ciò significa che i rendimenti del mercato azionario possono rimanere elevati, a condizione che i fondamentali reggano. Tuttavia, se tali fondamentali dovessero indebolirsi, il potenziale rischio di ribasso sarebbe più significativo del normale”.

Il comitato di Asset Allocation di T. Rowe Price mantiene al momento una posizione neutrale sulle azioni statunitensi rispetto alle obbligazioni, in attesa di verificare l’evoluzione del quadro macro e societario.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!