Asset allocation: le small & mid cap Usa tornano sotto i riflettori

La nuova settimana si apre con l’attenzione dei mercati finanziari rivolta ai dati sull’inflazione dei principali Paesi europei e dell’Eurozona. In calendario anche l’indice sulla fiducia dei consumatori negli Stati Uniti, considerato un termometro essenziale per stimare l’andamento della spesa nei prossimi mesi.
«Si tratta di indicazioni importanti che potrebbero influenzare le aspettative su crescita e politiche monetarie», spiega Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim.

Small & mid cap Usa di nuovo protagoniste

Dopo una lunga fase in sordina, le small e le mid cap americane tornano sotto i riflettori. L’indice Russell 2000 si colloca poco sotto i massimi storici, forte di un rendimento totale del 7,1% nel mese di agosto: la migliore sovraperformance rispetto all’S&P 500 da oltre un anno.
«Crediamo che venti favorevoli crescenti alimentino l’ottimismo sulla possibilità che questa fase rialzista delle small cap possa durare», osserva Tognoli.

L’effetto dei tassi e la sensibilità al debito

Il principale driver positivo è legato alla politica monetaria. Storicamente, le small cap hanno sovraperformato le large cap a uno, tre, sei, 12 e 24 mesi dopo i tagli della Federal Reserve. «In parte – sottolinea Tognoli – ciò è dovuto al fatto che le small cap tendono a essere più sensibili ai tassi, avendo un livello di debito più elevato e circa il 45% del loro indebitamento a breve scadenza o a tasso variabile».

Utili in ripresa e prospettive di crescita

Un altro sostegno arriva dagli utili societari. Le small cap hanno appena archiviato il primo trimestre di crescita positiva dell’utile per azione su base annua dal terzo trimestre 2022. Le previsioni degli analisti puntano a un ritmo di crescita degli utili superiore a quello delle large cap entro la fine dell’anno.
Inoltre, l’indicatore di regime economico elaborato da BofA Global Research è entrato in territorio di “ripresa”, fase storicamente favorevole per le performance delle small cap.

Valutazioni, M&A e IPO come catalizzatori

Nonostante il rally abbia spinto le valutazioni al rialzo, i multipli prospettici restano inferiori alle medie storiche. Secondo Tognoli, «la recente disposizione dell’OBBBA che allenta le regole sulla deducibilità degli interessi per le imprese potrebbe rappresentare un ulteriore vantaggio, soprattutto per le small cap che hanno ammortamenti e svalutazioni quasi doppi rispetto alle large cap».
Anche l’aumento dell’attività di fusioni, acquisizioni e nuove quotazioni potrebbe rivelarsi un catalizzatore aggiuntivo.

Rischi ancora presenti

Non mancano, tuttavia, elementi di incertezza. «Lo scenario non significa che il rally sia privo di rischi – avverte Tognoli –. Un contesto macroeconomico più debole del previsto potrebbe incidere in misura sproporzionata sulle small cap, che sono più sensibili ai cicli economici domestici».
Rischi restano anche sul fronte dell’inflazione, che se persistente potrebbe frenare i tagli della Fed, e sul fronte dei dazi, in grado di erodere margini già compressi.

 

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