Mentre Bitcoin fatica a superare la resistenza dei 105.000 dollari ed Ethereum oscilla attorno ai 3.300, il mercato crypto globale ha perso oltre 800 miliardi di capitalizzazione da inizio ottobre. Nonostante le cifre possano evocare scenari negativi, gli analisti di 21Shares leggono l’attuale contrazione non come un panico vendite, ma come una salutare fase di assestamento, destinata a preparare il terreno per la prossima mossa rialzista.
La recente flessione, che ha portato la capitalizzazione totale da 3,9 a 3,1 trilioni di dollari, è stata innescata principalmente da investitori di lungo periodo che hanno deciso di incassare i profitti dopo l’ultimo rally. Questa mossa ha generato un’ondata di vendite per circa 40 miliardi di dollari in Bitcoin e una forte riduzione della leva finanziaria, indebolendo temporaneamente le spinte al rialzo.
Tuttavia, secondo Eliézer Ndinga, Head of Research di 21Shares, i parametri di mercato suggeriscono una dinamica di consolidamento piuttosto che di sell-off dettato dal panico. “Si osserva che il capitale è comunque confluito in Bitcoin e stablecoin”, sottolinea Ndinga, “con queste ultime che hanno raggiunto il record di 300 miliardi di dollari di offerta”. Questo accumulo di liquidità, unito al crollo delle valutazioni delle altcoin, sta creando quelle che gli esperti definiscono interessanti opportunità di buy-the-dip“.
Uno schema storico che si sta rompendo
Una parte di questa correzione, spiega ancora l’esperto di 21Shares, affonda le radici in pattern storici. “Noi di 21shares riteniamo che parte di questa flessione abbia anche ragioni storiche, con gli investitori che prendono ancora come punto di riferimento i passati cicli economici legati all’halving, i quali si sviluppavano in un arco di 4 anni”. Quei cicli, però, erano fortemente basati sugli shock dell’offerta e guidati dalle scelte degli investitori al dettaglio.
Oggi il panorama è radicalmente cambiato. “Adesso il mercato è molto più maturo”, afferma Ndinga, “e nuovi driver come una maggiore adozione istituzionale, gli afflussi generati dagli ETF quotati nel 2024 e l’accumulo di asset digitali da parte di enti sovrani hanno iniziato a rompere lo schema rigido che le performance seguivano abitualmente”. Questa evoluzione trasforma il Bitcoin in un “macro-asset maturo”, molto meno dipendente dai miner e molto più influenzato “dalle varie policy, dalla liquidità dei mercati tradizionali e dai bilanci delle istituzioni”.
Rischi e venti favorevoli all’orizzonte
Lo scenario futuro presenta sia rischi che potenziali catalizzatori. Tra i pericoli a breve termine, Ndinga segnala “la possibilità che il range di prezzo scenda a una fascia inferiore a quella attuale, come quella 90mila – 95mila dollari”. Un simile scenario potrebbe aprire le porte a un nuovo “crypto winter“, sebbene, precisa il ricercatore, “la durata più probabile sarà calcolabile in mesi e non in anni come l’ultima volta”, grazie a una struttura di mercato più solida.
Dall’altro lato, i “tailwind” – i venti in poppa – sono significativi. Tra questi spiccano “l’espansione della liquidità nel mercato Usa dopo il nuovo taglio dei tassi della Fed, la possibile approvazione del US Bitcoin Act e, soprattutto, l’accordo bipartisan che dovrebbe mettere fine allo shutdown e dare modo alla SEC di riprendere la revisione di proposte per la quotazione di nuovi ETF”. Con “più di 100” crypto ETF in attesa di approvazione, il loro ingresso sul mercato potrebbe innescare un massiccio afflusso di nuovo capitale istituzionale.
Anche gli indicatori on-chain sembrano supportare un ottimismo cautissimo. “Anche i vari indici on-chain, come la misura del sentiment (Crypto Fear & Greed Index) o i dati sui derivati mostrano come i detentori short siano ora più numerosi dei long, segnalano condizioni spesso osservate in prossimità dei minimi di mercato”.
Questa combinazione di fattori porta 21Shares a una prospettiva positiva per la fine dell’anno. “Ciò ci spinge a ritenere che il Bitcoin possa recuperare, andando oltre i 110mila dollari entro la fine dell’anno”, conclude Ndinga. “In generale, finché il prezzo si manterrà sopra i 100mila, il trend rialzista a lungo termine rimarrà intatto”.
Il mercato crypto, dunque, sembra solo aver messo la freccia, in attesa delle giuste condizioni per ripartire alla volta di nuovi record.