Consulenti, il contratto ibrido è stato un flop

“L’esperimento non ha funzionato”. Parola di Giuliano Calcagni, segretario della Fisac Cgil che nei giorni scorsi, in un’intervista a Milano Finanza, si è espresso in questi termini riguardo al contratto ibrido, cioè quello firmato dal gruppo Intesa Sanpaolo con i sindacati dei dipendenti bancari. Si tratta di un inquadramento con cui il personale viene assunto con un contratto part time da dipendente bancario, a cui si aggiunge la libera professione come consulente finanziario c. Finora, tuttavia, a detta di Calcagni soltanto 30 persone sono state reclutate dalla banca con questa nuova forma di assunzione. Il contratto ibrido è stato istituito dopo un accordo siglato da Intesa Sanpaolo con i sindacati nel 2017 (si veda qui la notizia).  L’accordo firmato a suo tempo, ha sottolineato Calcagni, “sottrae il sindacato dall’accusa infondata di essere conservatore”. Tuttavia, per il segretario della Fisac Cgil questa innovazione è stata di fatto un flop.

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