Le prospettive di investimento per il 2025 secondo Ubp

Nel 2024, l’economia globale è riuscita a evitare per poco una recessione per il secondo anno consecutivo, con la disinflazione al centro dell’attenzione degli investitori. Tuttavia, le sfide non sono mancate, poiché la crescita economica ha continuato a frammentarsi, con aree di resilienza che emergono in vari settori. Il 2025? “Si preannuncia un anno caratterizzato da continui mutamenti, in cui la gestione attiva del rischio diventerà cruciale per affrontare l’incertezza“, afferma Norman Villamin, Chief Investment Officer (Wealth Management) di Ubp, che di seguito illustra nei particolari l’outlook per i mesi a venire.

Economia frammentata e driver di crescita

La crescita globale nel 2025 dovrebbe attestarsi attorno al 3,1%, con gli Stati Uniti che contribuiranno in modo significativo, con un aumento previsto tra il 2% e il 2,5%. La solida domanda interna, supportata da investimenti tecnologici e stimoli fiscali, dovrebbe aiutare l’economia statunitense a evitare la recessione. L’amministrazione Trump, con le sue politiche favorevoli alle imprese, dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale nel sostenere la crescita. Tuttavia, la situazione al di fuori degli Stati Uniti si presenta più complessa, con una crescita frammentata e differenziata tra le varie aree geografiche.

L’Asia, con un tasso di crescita previsto del 3,8%, sarà il principale motore della crescita, trainata principalmente da India (6,5%) e dai Paesi ASEAN. La Cina, pur mantenendo una crescita stabile al 4,7%, continua a fronteggiare sfide strutturali e rischi economici. In Europa, la crescita sarà modesta, con l’Eurozona attesa a un aumento dell’1,0%, mentre il Regno Unito crescerà dell’1,6%. I Paesi del Sud Europa, come Spagna e Portogallo, potrebbero superare Germania e Francia, che si trovano a fronteggiare difficoltà legate alla spesa pubblica, alla transizione verso nuovi settori di crescita e all’instabilità politica.

Europa: incertezze politiche e opportunità di mnvestimento

Il 2025 sarà un anno cruciale per l’Europa, con elezioni politiche in Germania e probabilmente anche in Francia, che potrebbero influenzare la direzione futura del continente. L’instabilità politica e la polarizzazione nelle principali economie mettono alla prova la capacità dell’Europa di affrontare le sfide del XXI secolo. In questo scenario, paesi come la Svizzera e le nazioni scandinave offrono interessanti opportunità di investimento, grazie alla loro elevata redditività e innovazione.

Anche i settori legati alla difesa in Europa sono destinati a registrare una crescita significativa, spinti dall’aumento della spesa militare dopo anni di sottoinvestimento. Allo stesso tempo, alcuni titoli finanziari e le azioni del Regno Unito potrebbero beneficiare di una ripresa ciclica, offrendo ulteriori possibilità di guadagno. Gli investitori potrebbero quindi concentrarsi su aree come la Svizzera, la Scandinavia e la difesa per approfittare delle dinamiche del prossimo anno.

La Cina e le sfide economiche

Nel 2025, la Cina continua a fronteggiare sfide sia strutturali che cicliche. Nonostante le recenti riforme introdotte nel 2024, le misure per stimolare l’economia, pur efficaci, non sembrano essere sufficienti a innescare una crescita robusta. L’obiettivo di riequilibrare l’economia cinese dipenderà dalle future politiche e dalla volontà del governo di intraprendere interventi audaci. L’imprevedibilità della situazione politica e commerciale potrebbe aggravare le tensioni globali, soprattutto con l’eventuale ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, aumentando i rischi legati al commercio internazionale.

Le tensioni commerciali potrebbero penalizzare lo yuan cinese, ma le materie prime come il rame e l’alluminio, essenziali per la transizione verde e la crescita dell’intelligenza artificiale, potrebbero beneficiare di una Cina stabile e in espansione. Inoltre, le opportunità di investimento potrebbero estendersi a Paesi ASEAN e Singapore, che potrebbero trarre vantaggio da un’economia cinese più sana.

Tattiche doganali, dollaro e oro

Nel 2025, le politiche statunitensi sui dazi continueranno a dominare il mercato dei cambi, mantenendo il dollaro su valori elevati nonostante i tagli dei tassi della Fed. Le valute di Paesi con forti legami commerciali con gli Stati Uniti (come lo yuan, il dollaro messicano, quello canadese e l’euro) potrebbero subire pressioni. D’altra parte, le valute dei mercati emergenti ad alto rendimento potrebbero beneficiare di un solido carry reale e nominale.

Nel contesto delle incertezze geopolitiche, l’oro potrebbe registrare un forte apprezzamento, arrivando a 2.800 dollari l’oncia, grazie alla crescente domanda da parte delle banche centrali e degli investitori. Anche l’argento potrebbe poi trarre vantaggio dall’impulso positivo del mercato dell’oro, con il suo prezzo previsto in aumento.

Resilienza in un’economia globale frammentata

La resilienza sarà una qualità fondamentale per gli investitori nel 2025. Settori come l’healthcare e la difesa si confermano promettenti, grazie alla continua innovazione e alla crescente domanda di tecnologie avanzate. Le aziende farmaceutiche e biotecnologiche, nonostante le incertezze legate alla riforma dei prezzi dei farmaci, potrebbero registrare una crescita degli utili grazie all’emergere di nuovi trattamenti, come quelli contro l’obesità.

Anche la spesa per la difesa in Europa è destinata a crescere significativamente, con previsioni di un aumento annuo del 6-9%. In Asia, Singapore offre un profilo di rischio/rendimento interessante, soprattutto grazie alla sua posizione strategica per beneficiare della crescita dei Paesi ASEAN.

Asset allocation

Per quanto riguarda l’azionario Villamin punta sul software, sull’India e sul Giappone. “L’accresciuta volatilità offre l’opportunità di generare performance simili alle azioni con strategie di volatilità”, fa poi notare l’esperto di Ubp.

Sull’obbligazionario Villamin mira arendimenti del 2-2,5% sui Bund tedeschi a 10
anni e del 4,5% sui Treasury Usa a 10 anni mentre la frenata dell’economia europea combinata a una finestra di rifinanziamento dovrebbe generare una pressione al rialzo sugli spread creditizi nel Vecchio Continente. Infine, un’economia statunitense
più forte e una finestra di rifinanziamento nel 2025-26 favoriscono le obbligazioni in
dollari a detta di Ubp.

Last but not the least, sulle valute Villmin afferma che l’Euro/Dollaro potrebbe arrivare alla parità, ma difficilmente andrà al di sotto. La fine dei tassi negativi in
Giappone potrebbe rafforzare poi lo yen.

 

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