Mercati, Wall Street sostenuta dalle trimestrali

L’S&P 500 è sceso vistosamente nel corso della scorsa settimana rispetto ai guadagni precedenti e ha chiuso in ribasso venerdì, interrompendo una serie di performance positive di cinque settimane, dopo che un rapporto dell’indice dei prezzi alla produzione (PPI) più alto del previsto ha fatto eco alla sua controparte sui consumatori (CPI), sgonfiando ulteriormente le speranze degli investitori su tassi di interesse USA più bassi in tempi brevi.

Il PPI complessivo è aumentato dello 0,3% a gennaio rispetto a dicembre, un aumento più forte rispetto allo 0,1% previsto dagli analisti. Il PPI core, che esclude cibo ed energia, è salito dello 0,5%, il guadagno mensile più alto dallo scorso luglio, superando le aspettative di un aumento dello 0,1%. I dati PPI più alti del previsto sono stati guidati dai servizi, sottolineando la difficoltà di domare i prezzi vischiosi in questa parte dell’economia.

Il rapporto è deludente poiché gli aumenti dei prezzi da parte dei produttori potrebbero significare che le aziende potrebbero continuare a trasferire prezzi più alti ai consumatori e quindi alimentare l’inflazione. E questo non depone certo a favore di un taglio a breve dei tassi.

I recenti dati sull’inflazione hanno fatto salire bruscamente il rendimento dei titoli del Tesoro a due anni, mentre gli investitori hanno ridimensionato le speranze di tagli dei tassi della Fed: il rendimento a due anni, come noto particolarmente sensibile alle aspettative della Fed, ha toccato il 4,72%, in aumento rispetto dal 4,49% circa di una settimana fa e al livello più alto dalla fine di dicembre.

Secondo il FedWatch Tool del CME venerdì scorso, i trader prevedevano con una probabilità di quasi il 90% che l’obiettivo dei fondi rimanga invariato al 5,25-5,5% dopo la riunione del FOMC di marzo. Lo strumento mostra una probabilità del 66% che il tasso dei fondi rimanga invariato dopo la riunione del FOMC di maggio, rispetto al 39% di una settimana fa.

Nonostante la performance debole di questa settimana, il mercato azionario rimane vicino ai massimi storici, suggerendo che gli investitori rimangono incoraggiati dalla performance degli utili e dalle prospettive economiche. L’andamento del mercato di questa settimana sembra infatti suggerire che i profitti delle aziende attesi in crescita superano le preoccupazioni sui tassi per gli investitori in questo momento. Anche con i trader che stanno ridimensionando le aspettative di taglio dei tassi, i mercati al momento non stanno subendo grandi flessioni.

La stagione degli utili sta volgendo al termine e circa l’80% delle aziende ha riportato i risultati. La settimana in corso segna l’inizio non ufficiale della stagione degli utili al dettaglio, con Home Depot  e Walmart entrambi in programma di riportare i risultati oggi.

È probabile che gli utili delle catene big-box e di altri rivenditori costituiscano un vivo interesse dopo che il rapporto inaspettatamente debole sulle vendite al dettaglio di gennaio ha sollevato preoccupazione sulle prospettive della spesa al consumo che erano state sorprendentemente robuste per gran parte del 2023. Segnali di una spesa al consumo più debole potrebbero rendere difficile, per le azioni di molti rivenditori, consolidare un forte inizio d’anno.

Domani invece il leader dei semiconduttori Nvidia pubblicherà i risultati trimestrali. Le azioni Nvidia guidano le società “Magnificent Seven” con un guadagno di circa il 47% finora nel 2024. Il titolo è aumentato del 239% nel 2023 in un contesto di una crescente domanda di chip compatibili con l’intelligenza artificiale. Gli utili di Nvidia potrebbero essere un importante catalizzatore di mercato, data la recente frenesia guidata dall’intelligenza artificiale.

A cura di Antonio Tognoli, responsabile macro analisi e comunicazione di Cfo Sim

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