Asset allocation: con Trump attesa una sovraperformance per azioni e metalli preziosi

“Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti avrà implicazioni sulle strategie di asset allocation. In particolare, con un forte orientamento all’economia nazionale e un’agenda espansiva, l’amministrazione Trump potrebbe spingere le azioni e i metalli preziosi a sovraperformare gli asset del reddito fisso, mentre torna il rischio di un’accelerazione dell’inflazione e persistono le sfide a livello fiscale”. Parola di Michaël Lok, Group CIO e Co-CEO Asset Management di Ubp, che di seguito spiega nei dettagli la view.

I titoli domestici statunitensi sono quelli che beneficeranno maggiormente dell’amministrazione Trump, mentre i mercati emergenti potrebbero continuare ad affrontare le sfide poste da un dollaro più forte e delle discussioni in corso sui dazi. Anche i mercati europei frammentati potrebbero subire un impatto negativo, dato che gli investitori si orienteranno verso la maggiore visibilità offerta dalle società statunitensi. Con il controllo del Congresso, il contesto economico statunitense espansivo dovrebbe sostenere gli utili nazionali, soprattutto se confrontati con il resto del mondo.

Sebbene le aspettative di crescita degli utili per le società a grande e media capitalizzazione siano simili per il 2025, rispettivamente pari al 15% e al 16%, le mid-cap sono attualmente scambiate con uno sconto del 25% rispetto alle large-cap. Questo segmento, con circa il 76% del fatturato generato a livello domestico, è posizionato per beneficiare in modo significativo di una crescita più sostenuta negli Stati Uniti.

A livello settoriale, i titoli finanziari e tech sono ben posizionati per essere i principali beneficiari. La crescita degli utili nel settore tecnologico è strutturale e meno dipendente dall’esito delle elezioni, anche se beneficerà di una riduzione delle imposte sulle società, mentre le revisioni degli utili nel settore finanziario statunitense potrebbero sorprendere al rialzo, trainate dalle politiche dell’amministrazione Trump. Le banche statunitensi dovrebbero beneficiare di una curva dei rendimenti più ripida, di un’accelerazione dei prestiti creditizi e di un quadro normativo più favorevole; il rapporto P/E forward di 12x del settore appare interessante in questo contesto.

Abbiamo quindi migliorato il nostro rating interno sui settori dei titoli finanziari e dei beni di consumo discrezionali, alla luce del miglioramento delle prospettive per l’economia statunitense e della fiducia dei consumatori statunitensi.

Al contrario, abbiamo declassato i settori sensibili ai tassi d’interesse, come le utility e i beni di prima necessità.

Manteniamo una posizione molto costruttiva sull’oro, alla luce del livello elevato del debito globale, la robusta domanda delle banche centrali e l’inflazione potenzialmente più elevata nella seconda metà del 2025.

L’argento è salito a massimi di poco meno di 35 dollari l’oncia nel mese di ottobre ma continua a rimanere significativamente sottovalutato rispetto all’oro. L’annuncio di stimoli fiscali cinesi dovrebbe portare a una continuazione del recente rialzo dei prezzi dei metalli industriali. Riteniamo che questo spingerà l’argento verso nuovi massimi e crediamo si arriverà a un livello di 40 dollari l’oncia nel 2025. Di conseguenza, abbiamo aumentato il nostro livello di convinzione sull’argento.

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